Chi sono

psicologa-napoli


Svolgo attività di prevenzione, sostegno psicologico e psicoterapia rivolti all’individuo, alla coppia e alla famiglia.

Ho conseguito la laurea triennale in Psicologia dei Processi Relazionali e di Sviluppo e completato la prima fase del mio percorso formativo laureandomi in Psicologia Clinica e di Comunità, presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II.

In seguito al tirocinio professionalizzante, ho conseguito l’esame per l’abilitazione alla professione e sono regolarmente iscritta all’Ordine degli Psicologi della Campania con n. 4612.

Il desiderio di perfezionare la mia formazione mi ha portato alla frequentazione di una Scuola di Specializzazione quadriennale Post Lauream in Psicoterapia Sistemico-Relazionale, presso l’IMePS, Istituto di Medicina e Psicologia Sistemica di Napoli, ed ho così conseguito il Diploma di Specializzazione in Psicoterapia, rilasciato ai sensi dell’art. 3 della legge 18.09.1989 n. 56.

Sono regolarmente iscritta all’Albo dei Consulenti Tecnici del Tribunale Ordinario di Napoli ed Esperto psicologo in ambito penitenziario ex art. 80 L. 354/75.

Per diversi anni ho collaborato come psicologa a Napoli in consultori materno infantili e presso l’IPAR, Istituto Partenopeo di Riabilitazione, dove tutt’ora lavoro come psicoterapeuta. Mi occupo di problematiche dell’età evolutiva ed adolescenziali, anche attraverso attività di prevenzione ed intervento psicologico nelle scuole.

Da diversi anni mi occupo di  terapie domiciliari per il trattamento dell’Autismo, secondo il metodo ABA.

Sono socio fondatore dell’Associazione Psico-Sociale “La Fenice”, sita in Casoria, che si occupa di attività di prevenzione e cura del disagio psicologico. Nell’ambito dell’Associazione, mi occupo di consulenza psicologica e psicoterapia per il singolo, la coppia e la famiglia in qualsiasi fase del ciclo evolutivo; gestisco laboratori psicoeducativi e sostegno nella fase post partum.

Modello Relazionale-Intersoggettivo

Pur rimanendo coerente con la tradizione di studi della Terapia Familiare (approccio esperienziale, strutturale, trigenerazionale, simbolico), l’approccio Relazionale-Intersoggettivo mira all’integrazione tra  approccio sistemico-relazionale, scienze della mente e teorie dell’intersoggettività.

I principali modelli di riferimento teorico sono: l’approccio Esperienziale di Carl Whitaker, quello Strutturale di Salvador Minuchin, l’approccio Trigenerazionale di Boszormenyi-Nagy, Bowen e Andolfi e l’approccio Relazionale-Simbolico di Cigoli e Scabini.

Il modello con cui mi sono formata si focalizza sia sulla dimensione individuale del disagio psichico che su quella familiare e relazionale, ed utilizza differenti setting terapeutici a seconda dell’esigenza specifica (individuale, familiare, gruppale, di rete sociale ed istituzionale).

Particolare attenzione viene rivolta alla costruzione dell’alleanza diagnostica e terapeutica, alla conoscenza della storia individuale e familiare in un’ottica trigenerazionale, al rapporto tra famiglia e individuo e tra questi e il suo mondo interno. L’orientamento sistemico – relazionale spiega, infatti, il comportamento dell’individuo focalizzando l’attenzione sull’ambiente in cui è vissuto, sul sistema, sulla rete di relazioni significative di cui egli è parte e in tal senso considera la famiglia come sistema transazionale soggetto a cambiamenti.

Autenticità, intimità, partecipazione: sono elementi essenziali per costruire una buona relazione terapeuta-paziente. Il terapeuta non è più una figura osservante ma partecipa attivamente alla creazione di uno spazio comune in cui costruire qualcosa di nuovo. La terapia diviene quindi un atto creativo attraverso la conversazione di due persone che a partire da una storia (quella del cliente) co-costruiscono una nuova storia che apre nuove possibilità.

  • Il musicista deve suonare, il pittore deve dipingere e il poeta deve scrivere, se desiderano vivere in pace con se stessi.

    Abraham Maslow

  • Il sintomo è una risposta sana ad un contesto di comunicazione insano.

    Gregory Bateson

  • L'individuo può smettere di parlare, ma non può smettere di comunicare attraverso l'idioma del corpo: egli deve dire o la cosa giusta o la cosa sbagliata: non può non dir niente. Paradossalmente, il modo in cui può dare il minor numero di informazioni su di sé - sebbene anche questo significhi qualcosa - è adeguarsi e agire come ci si aspetta debbano agire persone del suo tipo.

    Erwin Goffman

  • Ogni sintomo è una forma di comunicazione.

    Paul Watzlawick

  • Anche se si esce di casa sbattendo la porta o saltando dalla finestra, bisogna sempre tornare indietro a prendere le proprie valigie.

    Murray Bowen

  • La vita non è quella che dovrebbe essere. E’ quella che è. E’ il modo con cui la affronti che fa la differenza.

    Virginia Satir

  • Ci sono due cose durature che possiamo sperare di lasciare in eredità ai nostri figli: le radici e le ali.

    Hodding Carter

  • Di solito è chiamata la sindrome del settimo anno: il momento in cui diventa chiaro a queste due persone che non possono ricostruire l’altro. Lui si è accorto che lei non sarà mai quella che lui avrebbe voluto far diventare e lei sa che non riuscirà a farlo cambiare nell’uomo che vorrebbe che lui fosse.

    Carl Whitaker

  • L'umanità ha sempre sacrificato un poco di felicità per un poco di sicurezza in più.

    Sigmund Freud

  • Abraham Maslow
  • Gregory Bateson
  • Erwin Goffman
  • Paul Watzlawick
  • Murray Bowen
  • Virginia Satir
  • Hodding Carter
  • Carl Whitaker
  • Sigmund Freud