Dal 2014 lavoro come Tutor per il Trattamento dei Disturbi dello Spettro Autistico, secondo il metodo A.B.A., ritenendo di fondamentale importanza un’integrazione dell’approccio cognitivo comportamentale, scientificamente ritenuto il più valido nel trattamento di queste patologie, ad una visione più sistemica che prenda in carico l’intero sistema familiare e supporti le varie figure che quotidianamente hanno a che fare con le difficoltà pratiche e con il carico emotivo e sociale che esse comportano.
La letteratura scientifica internazionale e le Linee Guida per l’autismo (http://www.iocresco.it/Archivi/SINPIAautismo.pdf) affermano con assoluta chiarezza che l’Applied Behaviour Analysis (A.B.A.) è la terapia elettiva per questa patologia infantile. Le tecniche e principi comportamentali sono applicate con successo a bambini con autismo da più di trent’anni. Un programma ABA consiste nell’applicazione dei principi comportamentali al fine di migliorare le abilità sociali (linguaggio, gioco, comunicazione, socializzazione, autonomia personale, abilità accademiche, ecc…) e correggere i comportamenti problematici quali ad esempio aggressività, autolesionismo, autostimolazioni, ossessioni, ecc..
L’autismo è un disturbo dello sviluppo biologicamente determinato i cui sintomi si manifestano già nei primi tre anni di vita. Il disturbo si evolve, infatti, fin dai primi atti fisiologici, in stretta connessione con lo sviluppo e risulta “pervasivo” al punto da inficiare tutte le aree evolutive, comprese alcune aree che in un primo momento erano state caratterizzate da uno sviluppo “normale”, come la motricità e l’attività cognitiva più in generale.
La diagnosi può essere effettuata con certezza solo a partire dai 18 mesi (Baron-Cohen, 1992) sebbene alcuni segnali siano già individuabili.
Il DSM IV-TR, che è il manuale dei disturbi mentali attualmente utilizzato dagli specialisti, identifica tre aree di compromissione:
Area dell’Interazione Sociale: deficit nell’utilizzo del comportamento non verbale, nell’instaurare relazioni con i pari, nel ricercare l’attenzione e la condivisione degli altri;
Area della Comunicazione Verbale e Non Verbale: deficit o assenza totale del linguaggio, frequente un linguaggio stereotipato e ristretto, o ancora, anomalie del tono, del ritmo e della velocità dell’eloquio;
Area del Comportamento: i comportamenti appaiono ristretti, rigidi e stereotipati, si dedicano in modo esclusivo ad alcune attività, si sottopongono a rituali inutili o de-contesutalizzati.
L’autismo si configura come una disabilità permanente che accompagna il soggetto lungo tutto il suo ciclo di vita, anche se le caratteristiche del deficit assumono connotazioni diverse nel corso dello sviluppo dell’individuo.